La routine è come quel parente che da piccolo detestavi, ma da adulto hai scoperto essere il più saggio della famiglia.
Ti sei mai chiesto perché, nonostante abbiamo più app, strumenti e “hack” di produttività che mai nella storia umana, ci sentiamo sempre più in balia degli eventi?
Se pensi che la libertà sia fare quello che vuoi quando vuoi, temo che sia il momento di una rivelazione un po’ scomoda: non sei libero, sei solo in balia del caso.
Anch’io credevo che la vera libertà fosse vivere senza piani, seguendo solo l’ispirazione del momento.
Il risultato? Giornate evaporate nel nulla, progetti eternamente incompiuti e quella sensazione persistente di essere sempre in ritardo su tutto.
Questo articolo è il naturale proseguimento del mio recente pezzo sul Time Blocking.
Se lì ti ho mostrato gli strumenti tecnici per gestire il tuo tempo, oggi voglio andare più in profondità: voglio mostrarti come una routine ben strutturata non solo aumenta la tua produttività, ma migliora il tuo benessere mentale e ti regala quella vera libertà che tanto cerchi.
Perché la verità, amico mio, è che quando non hai una routine, non stai vivendo liberamente: stai solo reagendo al caos.
E se c’è una cosa che ho imparato in anni di allenamento e crescita personale, è che il caos non porta mai a prestazioni eccellenti.
A meno che tu non stia cercando di battere il record mondiale di “scrollate su Instagram senza ricordare nulla”. In quel caso, complimenti: probabilmente sei sulla buona strada ; )
Ma non perdiamoci in chiacchiere e cominciamo.
La mia Storia: dalla Casualità alla Routine

Verso i 14-15 anni, la mia vita quotidiana era un perfetto esempio di casualità: sveglia per andare a scuola (spesso all’ultimo minuto), ritorno a casa, e poi… il vuoto.
Un vuoto che puntualmente riempivo con ore sui social media, sessioni interminabili di videogiochi, e praticamente zero studio pianificato.
Le mie giornate scivolavano via come sabbia tra le dita, e la sera mi ritrovavo con quella sensazione inquietante: “Dove è finito tutto il mio tempo?”
Ti è mai capitato di arrivare a fine giornata e chiederti cosa hai effettivamente concluso? Ecco, io vivevo così tutti i giorni.
Era come avere un conto in banca che qualcuno svuotava mentre dormivo, senza lasciare nemmeno la ricevuta.
La svolta è arrivata in due fasi decisive.
Prima, ho affrontato e superato la mia dipendenza dai social media, un’esperienza che mi ha fatto capire quanto tempo stessi effettivamente sprecando in attività che non mi davano nulla di concreto.
Poi, grazie al supporto psicologico durante un periodo di depressione durato quasi due anni, ho scoperto l’importanza della psicoterapia e il ruolo cruciale che una struttura quotidiana può avere nel nostro equilibrio mentale.
La scoperta più grande? Quella che sembrava una gabbia, la routine strutturata, era in realtà la chiave per la mia libertà.
Ti sembrerà paradossale, ma quando ho iniziato a programmare anche i momenti di svago e recupero, ho scoperto quella magnifica sensazione di non star sprecando neanche un minuto della risorsa più preziosa che abbiamo: il tempo.
E non parlo di diventare un robot con un orologio al posto del cuore (anche se, diciamocelo, sarebbe utile per calcolare meglio i tempi di recupero in palestra).
Parlo di avere una struttura che ti permetta di chiudere la giornata con la soddisfazione di aver fatto il meglio per il tuo benessere mentale e per i tuoi progetti.
I Miti sulla Routine che ci Tengono in Trappola

Ok, diciamocelo chiaramente: la routine ha un problema di marketing.
Quando la gente sente questa parola, pensa immediatamente a vite grigie, noiose e ripetitive, come se avere una routine significasse automaticamente diventare un impiegato di banca degli anni ’50.
Ma come con molte cose nella vita, la verità è ben diversa dai luoghi comuni.
Ecco i miti che probabilmente ti stanno tenendo intrappolato:
Mito 1: “Vivere alla giornata è libertà”
Vivere alla giornata non è libertà, è essere in balìa degli imprevisti e delle priorità altrui.
È come andare in vacanza senza prenotare nulla e poi lamentarsi perché si dorme in macchina. La vera libertà è poter scegliere come spendere il tuo tempo con consapevolezza.
Mito 2: “Le routine sono noiose e limitano la creatività”
Falso come una banconota da 15 euro. Le routine liberano energia mentale togliendo decisioni inutili e creando spazi precisi per essere creativi e produttivi.
Pensa a quanti grandi artisti e scrittori avevano routine rigidissime: non sembra abbiano sofferto di carenza creativa, no?
Mito 3: “Chi è disciplinato è infelice o ossessionato”
Anzi, è spesso chi ha una routine solida a sentirsi più realizzato e libero, perché ha il controllo sulle cose che contano.
L’ossessione nasce dalla mancanza di controllo, non dall’averlo.
Mito 4: “Essere spontanei è meglio”
Spontaneità ≠ casualità.
Puoi essere spontaneo dentro i confini di una routine strutturata. È proprio quella che ti permette di farlo senza sfasciare tutto.
È come l’improvvisazione jazz: sembra libera e casuale, ma funziona solo perché c’è una struttura di accordi ben definita sotto.
Mito 5: “La libertà è fare quello che vuoi, quando vuoi”
La libertà vera è poter fare le cose importanti anche quando non ne hai voglia, perché hai costruito il carattere per farlo.
È la differenza tra un bambino che mangia solo gelato perché “è libero di scegliere” e un adulto che può concedersi il gelato ma sa anche quando è meglio mangiare una bella insalata.
Probabilmente stai pensando:
“Lù, ma a me piace essere flessibile!”
Nessun problema! La routine non è il nemico della flessibilità. È il suo migliore amico.
È come avere un GPS: ti dà la strada migliore, ma puoi sempre fare una deviazione quando vedi qualcosa di interessante.
La differenza è che sai sempre come tornare sulla rotta principale.
La Scienza Dietro il Potere delle Routine

Va bene, basta con la filosofia. Passiamo ai fatti scientifici, perché se c’è una cosa che mi piace più delle routine ben strutturate, è avere prove concrete che supportano quello che dico.
Il nostro cervello ha un budget decisionale limitato.
Sì, hai capito bene. Ogni decisione che prendi durante il giorno, dal cosa indossare a quale progetto iniziare, consuma energia mentale.
È quello che gli psicologi chiamano “fatica decisionale“.
Uno studio del 2000 condotto dai ricercatori Roy Baumeister e Kathleen Vohs ha dimostrato che la forza di volontà funziona come un muscolo: si stanca con l’uso e ha bisogno di recupero.
Ecco perché alla fine di una giornata piena di decisioni, tendiamo a fare scelte più impulsive e meno salutari.
Le routine risolvono questo problema automatizzando molte decisioni quotidiane.
Quando hai una routine mattutina stabilita, non devi decidere cosa fare appena sveglio: lo sai già.
E questo libera energia mentale per cose più importanti.
Ma c’è di più: grazie alla neuroplasticità, il nostro cervello si rimodella fisicamente attraverso comportamenti ripetuti.
Ogni volta che segui la tua routine, stai letteralmente creando connessioni neurali più forti che rendono quei comportamenti sempre più naturali e automatici.
E i benefici per la salute mentale? Notevoli.
Uno studio pubblicato su The Lancet Psychiatry ha evidenziato che una maggiore regolarità nei ritmi quotidiani mostra livelli significativamente più bassi di stress, ansia e persino sintomi depressivi rispetto a chi vive in modo più caotico.
Insomma, la routine non è solo una questione di produttività: è una strategia scientificamente provata per il benessere mentale.
E diciamocelo, chi non vorrebbe un cervello meno stressato?
Libertà Strutturata: il Paradosso Risolto

Ecco il concetto che ha trasformato la mia vita e che vorrei entrasse nella tua: la libertà strutturata.
Sembra un ossimoro, vero? Come “dieta golosa” o “allenamento rilassante”. Ma ti assicuro che è reale e funziona.
La libertà strutturata si basa su una distinzione fondamentale: esiste la “libertà dalla decisione” e la “libertà di decisione”.
La prima ti fa sembrare libero (faccio quello che mi pare quando mi pare), ma in realtà ti rende schiavo dell’impulso e delle circostanze.
La seconda, quella che nasce dalla routine, ti dà il vero potere di scelta consapevole.
Pensa agli atleti di alto livello. Un nuotatore olimpico come Michael Phelps aveva una routine quotidiana rigidissima.
Era meno libero per questo? Al contrario: quella routine gli ha dato la libertà di performance che l’ha portato a vincere 23 medaglie d’oro olimpiche.
La sua disciplina ha creato la sua libertà di eccellere.
“Ma Lù, io voglio anche divertirmi e rilassarmi, non solo essere produttivo!”
Ecco la parte bella: programmare anche il tempo libero e di recupero ne aumenta il valore.
Quando hai un blocco dedicato al relax nel tuo calendario, lo apprezzi di più perché è intenzionale, non è solo il risultato di procrastinazione o stanchezza.
C’è qualcosa di profondamente soddisfacente nel chiudere la giornata sapendo di aver dedicato tempo di qualità a ogni aspetto importante della tua vita: lavoro, relazioni, salute, hobby, riposo.
Quella sensazione vale ogni sforzo necessario per mantenere una routine efficace.
E sai qual è la parte migliore? Non devi più sentirti in colpa quando ti rilassi, perché sai che quello è esattamente ciò che dovresti fare in quel momento.
La tua Netflix session non è più un furto di tempo ai tuoi progetti, ma una parte programmata e meritata della tua giornata.
Le Routine dei Campioni: Casi Studio

Se ancora non sei convinto del potere delle routine, permettimi di mostrarti come alcuni dei più grandi atleti e performer al mondo le utilizzano per raggiungere l’eccellenza.
Kobe Bryant (The Mamba Routine)
Il leggendario Kobe non scherzava con la sua routine: sveglia alle 4:00 del mattino e primo allenamento alle 4:30, quando la maggior parte dei suoi avversari stava ancora sognando canestri.
La sua giornata era scandita da blocchi precisi:
- 4:30-6:00: Allenamento individuale (tiro, palleggio, scatti)
- 6:00-7:00: Colazione e famiglia
- 7:00-11:00: Riposo e video analisi
- 11:00-13:00: Sessione di squadra
- 14:00-16:00: Recupero (ghiaccio, stretching)
- 17:00-19:00: Allenamento serale (tiro o tecnica)
L’ossessione di Kobe per la routine era tale che tutto era cronometrato al minuto. Poteva sembrare maniacale, ma gli ha permesso di diventare uno dei più grandi cestisti di tutti i tempi.
E no, non era “schiavo” del suo programma, era libero di dominare come pochi altri nella storia del basket.
Dwayne “The Rock” Johnson
The Rock non è solo un atleta ma anche un imprenditore e attore di successo.
Come fa a gestire tutto? Con una routine ferrea che inizia alle 4:00 del mattino:
- 4:00 AM: Sveglia
- 4:30 AM: Cardio a digiuno
- 5:30 AM: Colazione iper-proteica
- 6:00 AM: Allenamento di forza
- Mattinata: Riunioni, email, shooting o gestione dei business
- Pomeriggio: Progetti creativi
- Sera: Cena, famiglia, stretching, lettura motivazionale
La sua routine gli permette di essere una star di Hollywood, un atleta e un imprenditore di successo, tutto mentre trova tempo per la famiglia.
Non male per qualcuno che segue una “noiosa routine”, vero?
Floyd Mayweather
Mayweather è famoso per i suoi allenamenti a orari non convenzionali. Spesso si allena di notte o all’alba, ma sempre con una disciplina ferrea:
- Routine iper-disciplinata: Allenamento due volte al giorno, stretching, riposo, controllo totale di dieta e peso.
- Allenamenti extra: Anche dopo gli eventi pubblici o interviste, va a correre o salta la corda.
Il risultato di questa dedizione? Un record di 50-0 e lo status di uno dei pugili più ricchi e imbattuti della storia.
L’elemento comune tra tutti questi campioni? Nessuno di loro vive “alla giornata” nonostante abbiano raggiunto un successo che per molti significherebbe potersi rilassare e vivere senza regole.
Coincidenza? Non credo proprio.
È come dire che è una coincidenza che tutti i vincitori della maratona corrano molto…
Come Costruire la tua Routine Liberatrice

Ok, non sei Kobe Bryant o The Rock.
Ma questo non significa che non puoi creare una routine efficace adatta alla tua vita.
Ecco come iniziare:
La mini-routine di 20 minuti
Non provare a rivoluzionare tutta la tua giornata in un colpo solo. È come passare dal divano alla maratona in un giorno: ricetta per il fallimento e un infortunio.
Inizia con una mini-routine di 20 minuti al mattino o alla sera.
Può essere semplice:
- 5 minuti di meditazione/respirazione
- 5 minuti di stretching
- 10 minuti di lettura o scrittura
Una volta che questa diventa automatica (ci vogliono circa 21 giorni), inizia ad espanderla.
Utilizzare strumenti efficaci
Google Calendar è il mio strumento preferito per implementare il Time Blocking nella mia routine.
Mi permette di visualizzare esattamente come spendo il mio tempo e mi dà quella spinta psicologica quando vedo blocchi completati.
Per chi vuole organizzare meglio le proprie idee e tracciare i progressi, Notion è fantastico.
Lo uso per creare database delle mie abitudini vincenti e vedere come evolvono nel tempo.
La chiave del time blocking efficace? Includere TUTTO, non solo il lavoro o lo studio:
- Tempo di recupero (non negoziabile)
- Momenti sociali
- Buffer per gli imprevisti
- Momenti di riflessione (per aggiustare la routine stessa)
La regola del “mai due giorni”
Nei giorni difficili, quando tutto sembra andare storto, applica la regola del “mai due giorni”: non permetterti di saltare la tua routine per due giorni consecutivi.
Un giorno di caos? Può succedere. Due giorni? Stai creando una nuova abitudine, quella di non avere una routine.
E ricorda: fai che la tua routine serva te, non il contrario.
Se noti che qualcosa non funziona, modificala! La routine non è una prigione autoimposta, è uno strumento vivo che evolve con te.
Flessibilità Dentro la Routine

Una delle obiezioni più comuni che sento è:
“Ma Lù, e se succede qualcosa di imprevisto?”
Beh, succederà. La vita è imprevedibile.
Ma avere una routine non significa essere rigidi come un lampione.
La flessibilità dentro la struttura è l’arte di adattarsi senza abbandonare completamente i propri piani.
Crea versioni ridotte della tua routine per giorni particolarmente caotici.
La mia routine di emergenza mattutina dura solo 7 minuti e include gli elementi essenziali per partire con il piede giusto anche nelle giornate più difficili.
Quando un’interruzione è inevitabile, non buttare via l’intera giornata. Riprendi da dove eri rimasto o passa al blocco successivo se quello precedente è ormai compromesso.
Io uso la tecnica dell'”ancoraggio”: identifico 3 attività non negoziabili nella mia giornata che, se completate, mi fanno comunque sentire che la giornata non è andata persa.
Dopo un periodo di caos (viaggi, malattia, o semplicemente qualche giorno di relax totale), non cercare di tornare immediatamente alla routine completa.
Riparti con una versione semplificata e aumenta gradualmente.
È come il ritorno all’allenamento dopo un infortunio: se provi a riprendere da dove avevi lasciato, rischi di farti male di nuovo.
La vera abilità non è mantenere perfettamente la routine ogni singolo giorno, è impossibile.
È saper tornare alla routine dopo averla momentaneamente abbandonata.
Conclusione
La prossima volta che qualcuno ti dice “vivi alla giornata” come se fosse un consiglio profondo, ricordati che potrebbe starti suggerendo, senza saperlo, di vivere in balia degli eventi invece che guidarli.
La vera gabbia non è la routine.
La vera prigione è vivere in balìa del caso e delle urgenze altrui, terminando ogni giornata con la sensazione di essere stato trascinato dagli eventi invece di averli diretti.
La routine ben strutturata è come un albero robusto: ha radici solide che gli permettono di resistere alle tempeste, ma rami flessibili che si muovono con il vento senza spezzarsi.
Inizia oggi. Non domani, no “da lunedì”, non “quando avrò più tempo”.
Crea anche solo una micro-routine di 10 minuti e osserva come può trasformare il resto della tua giornata.
Perché alla fine, la scelta è semplice: o controlli tu il tuo tempo, o lo farà qualcun altro per te.
E ricorda: la libertà non è assenza di struttura, ma presenza di scelte consapevoli.
Stay focused.
Un abbraccio,
Luca
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A presto,
Luca