Le abitudini non si vedono sul ring, ma fanno tutta la differenza quando ci sali.
Mi trovavo in palestra, era una tipica serata di allenamento.
Fuori pioveva a dirotto e la maggior parte dei ragazzi erano arrivati svogliati e lamentosi per il tempo.
Tutti tranne uno.
Massimo, campione regionale, era arrivato un’ora prima di tutti. Lo trovai che saltava la corda con lo sguardo fisso, come se nella palestra non ci fosse nessun altro.
“Che ci fai già qui?” gli chiesi.
“Non sono arrivato prima,” mi rispose senza fermarsi. “Gli altri sono in ritardo rispetto ai loro obiettivi.”
Quella frase mi colpì come un gancio destro ben assestato.
Perché alcuni atleti raggiungono l’eccellenza mentre altri, con talento simile o addirittura superiore, si perdono lungo il percorso?
La risposta non sta nel talento innato, ma nelle abitudini quotidiane che forgiamo giorno dopo giorno.
Come ho spiegato nel mio articolo precedente sulla mentalità resiliente, non è l’assenza di ostacoli a definire il tuo destino atletico, ma la capacità di rialzarti dopo ogni caduta.
È quella forza costante, silenziosa, che costruisci quando nessuno ti guarda.
Oggi voglio condividere con te le 5 abitudini che separano gli atleti straordinari da quelli ordinari.
Abitudini che puoi iniziare a implementare da subito, che tu sia uno studente-atleta, un atleta amatoriale o semplicemente qualcuno che vuole portare la mentalità vincente nella propria vita.
Allora, sei pronto a scoprire cosa fanno davvero i campioni quando le telecamere sono spente?
Abitudine #1: Mentalità Resiliente

“Lù, non mi hai già parlato di questo nel tuo ultimo articolo?”
Sì, e lo faccio di nuovo perché è IL fondamento di tutto il resto. Se non hai letto il mio articolo sulla mentalità resiliente, ti consiglio di farlo dopo questo.
La vera domanda è: come trasformano i campioni questa mentalità in un’abitudine quotidiana?
Prendiamo Michael Jordan. Sapevi che è stato tagliato fuori dalla squadra di basket del suo liceo?
Immagina la scena: futuro più grande giocatore di tutti i tempi che torna a casa e dice ai genitori che non è abbastanza bravo.
La maggior parte delle persone avrebbe cambiato sport.
Lui invece trasformò quel “no” in carburante.
Jordan ha raccontato di essersi alzato ogni mattina alle 5 per allenarsi prima della scuola.
Ma non è la sveglia all’alba il punto interessante.
È quello che faceva appena sveglio: prima di toccare la palla, sedeva sul bordo del letto e visualizzava per 10 minuti esatti le giocate che avrebbe perfezionato quel giorno.
Jordan ha trasformato questa pratica in un’abitudine, continuò a farlo per tutta la sua carriera professionale, anche quando era già considerato il migliore.
Ora, so cosa stai pensando: “Io non sono Michael Jordan.”
E hai ragione.
Lui è alto quasi 2 metri e salta come se avesse le molle nelle scarpe. Tu forse no. Ma la visualizzazione? Quella è accessibile a chiunque.
Ecco come iniziare concretamente:
- Ogni mattina, prima di alzarti dal letto, dedica 5 minuti a visualizzare.
- Prima di ogni allenamento importante, visualizza una tua performance perfetta per almeno 3 minuti
- Quando affronti una sconfitta chiediti: “Cosa posso imparare qui che mi renderà migliore?”
Applico questa tecnica prima di ogni sparring.
Se non riesco a vedermi vincente nella mia mente, come posso esserlo sul ring?
Abitudine #2: Costruire una Rete di Supporto Psicologico

“Dietro ogni grande atleta c’è un grande team.”
Questo lo abbiamo sentito mille volte. Ma quanti di noi lo applicano davvero?
Quando pensiamo al supporto, immaginiamo allenatori tecnici.
Ma i veri campioni costruiscono un sistema di supporto molto più ampio e strutturato, soprattutto per la performance mentale.
Tom Brady, sette volte campione del Super Bowl, ha un team che include:
- Un mental coach dedicato
- Uno psicologo sportivo
- Un nutrizionista che si concentra sui cibi che migliorano le funzioni cognitive
- Compagni di allenamento selezionati che alzano il suo standard
- Una ristretta cerchia di amici e familiari che fungono da “consiglio di resilienza”
“Lù, ma io non ho il budget di Tom Brady per assumere un esercito di professionisti!”
Tranquillo, neanch’io! Ma questo non significa che non puoi creare una tua rete di supporto efficace.
Durante la mia riabilitazione del ginocchio, ho capito che avevo bisogno di supporto non solo fisico ma anche mentale.
Ho iniziato con piccoli passi:
- Ho chiesto al mio allenatore di dedicare 15 minuti a settimana solo per parlare del mio stato
- Trovato un compagno di allenamento che diventasse il mio “accountability partner”
- Iniziato a seguire podcast e canali YouTube di psicologi sportivi
Il risultato? Nei giorni in cui avrei mollato da solo, il mio sistema mi ha tenuto in carreggiata.
Uno studio ha dimostrato che gli atleti con un sistema di supporto strutturato recuperano dagli infortuni il 43% più velocemente di quelli che affrontano il processo da soli.
Non è solo una questione di “sentirsi meglio”, è una questione di prestazioni misurabili.
E ricorda: anche l’amico che ti dice “dai, un altro round” quando sei esausto fa parte della tua rete di supporto.
A patto che sia la persona giusta, ovviamente, non quello che poi ti offre una birra subito dopo!
Abitudini #3: Immersione nella Natura e Allenamento Fuori

“La natura non conosce pause nel suo progresso e sviluppo, e maledice ogni genere d’inattività.”
-Johann Wolfgang von Goethe
C’è qualcosa di profondamente formativo nell’allenarsi in ambienti naturali, lontano dai riflettori e dagli specchi della palestra.
Khabib Nurmagomedov, imbattuto campione UFC con un record di 29-0, è famoso per i suoi allenamenti nelle montagne del Dagestan.
Correre in salita a 2000 metri, nuotare nei fiumi gelidi, lottare contro orsi… ok, forse l’ultima è un’esagerazione. (O forse no, con lui non si sa mai : )
Ma perché i migliori atleti del mondo si allontanano regolarmente dalle palestre per allenarsi in contesti primitivi?
La scienza ha la risposta.
Un recente studio pubblicato sull’International Journal of Sports Psychology ha dimostrato che l’esposizione alla natura:
- Riduce il cortisolo (ormone dello stress) del 27%
- Migliora la capacità decisionale sotto pressione
- Aumenta la tolleranza alla fatica
- Accelera il recupero tra le sessioni di allenamento intensive
“Lù, vivo in città e l’unica cosa verde che vedo è l’insegna della farmacia. Come faccio?”
Capisco perfettamente. Anch’io vivo in città e spesso il verde scarseggia.
Ma ci sono soluzioni:
- Pianifica una sessione di allenamento settimanale in un parco cittadino
- Sostituisci un allenamento al mese con un’escursione fuori città
- Crea una “mini-natura” in casa con piante, suoni naturali e luce naturale durante gli allenamenti
- Allenati all’aperto con qualsiasi tempo (sì, anche quando piove!)
Ho iniziato a fare sparring occasionalmente all’aperto, in un parco. La prima volta mi sentivo ridicolo.
Poi ho notato una differenza incredibile nella mia concentrazione.
Senza gli specchi, la musica pompata e gli sguardi degli altri in palestra, ero solo io, il mio avversario e la sfida.
Proprio come in un match vero.
E poi diciamocelo: un po’ di fango sui pantaloncini è il distintivo d’onore di chi non ha paura di uscire dalla comfort zone.
Letteralmente.
Abitudini #4: Sviluppo di una Pratica Spirituale o Filosofica

Quando guardiamo ai più grandi atleti della storia recente, troviamo una costante sorprendente:
Quasi tutti hanno sviluppato una qualche forma di pratica spirituale o filosofica che va ben oltre lo sport.
LeBron James medita 15 minuti ogni mattina e altri 15 minuti prima di ogni partita.
Ed è così rigoroso con questa routine che i suoi compagni di squadra sanno di non disturbarlo in quei momenti.
Georges St-Pierre, leggenda delle MMA, ha integrato principi zen nel suo approccio al combattimento, trasformando ogni match in un’esperienza quasi meditativa.
Kobe Bryant praticava una forma personalizzata di meditazione che chiamava “sitting in the void” (sedersi nel vuoto) per 30 minuti al giorno.
“Lù, io faccio fatica a stare fermo per 30 secondi, figuriamoci 30 minuti!”
Ti capisco perfettamente.
La prima volta che ho provato a meditare mi sono addormentato dopo 2 minuti.
La seconda volta ho contato mentalmente quante flessioni avrei potuto fare in quel tempo. Non esattamente l’obiettivo!
Ma non si tratta solo di meditazione. La pratica spirituale/filosofica può assumere molte forme:
- Studio di filosofie come lo stoicismo (adottato da molti atleti NFL)
- Pratiche di respirazione consapevole (usate dai nuotatori olimpici)
- Rituali pre-gara (come quelli di Rafael Nadal)
- Sfruttare i principi zen (praticati da Georges St-Pierre)
Il punto è sviluppare abitudini che allenano la mente a vivere il presente, a vedere il quadro più ampio.
Ho iniziato con 5 minuti di respirazione consapevole ogni mattina.
Ora sono arrivato a 15 minuti e noto una differenza sostanziale nella mia capacità di mantenere la calma sotto pressione durante gli incontri.
Inizia con 5 minuti al giorno, meglio se alla stessa ora.
In un mese, noterai cambiamenti nella tua concentrazione e nella gestione dello stress pre-gara.
E se qualcuno ti chiama “monaco” per questo, ben venga.
I monaci erano anche guerrieri formidabili, dopotutto.
Abitudine #5: Allenamenti “Anti-Intuitivi

“Se fai solo ciò che è comodo, non crescerai mai.”
– David Goggins
Questa è una delle mie frasi preferite. E si collega perfettamente all’ultima abitudine dei campioni: gli allenamenti anti-intuitivi.
Di cosa si tratta?
Sono sessioni di allenamento che sembrano non avere alcun senso logico per il tuo sport specifico, ma che sviluppano una forza mentale straordinaria.
David Goggins, ex Navy SEAL e ultra-maratoneta, parla della “regola del 40%“.
Secondo questa teoria, quando pensi di aver dato tutto, hai usato solo il 40% delle tue reali capacità.
Come testa questo limite? Con allenamenti che sfidano le convenzioni:
- Correre con lo zaino pieno di sabbia
- Allenarsi dopo una notte insonne
- Fare esercizi di precisione quando si è esausti
“Lù, ma questo non è controproducente? Non rischio di infortunarmi?”
Ottima domanda. Non si tratta di fare cose stupide o pericolose, ma di allenarsi occasionalmente fuori dalla tua zona di comfort in modo controllato.
Nel pugilato, alcuni coach ti fanno occasionalmente sparring dopo averti fatto esaurire con esercizi cardiovascolari intensi.
Sembra crudele, ma la logica è brillante: in un match reale, dovrai pensare lucidamente anche quando sei stanco.
Come puoi applicare questo principio?
- Una volta al mese, fai un allenamento in condizioni non ideali (caldo, freddo, stanchezza)
- Allenati occasionalmente senza musica se sei abituato ad averla
- Cambia l’orario del tuo allenamento principale ogni tanto
- Fai un esercizio di precisione tecnica dopo un esercizio di resistenza estenuante
Un mio allenatore una volta mi fece fare 100 jumping jacks prima di ogni round di sparring. Mi sentivo le gambe di piombo.
“Perché devo fare questo?” gli chiesi esausto.
“Perché nel terzo round tutti hanno le gambe pesanti,” rispose. “La differenza è chi sa ancora boxare in quelle condizioni.“
Quella lezione mi è rimasta impressa più di qualsiasi tecnica specifica.
Conclusione
Queste cinque abitudini non sono indipendenti tra loro.
Formano un sistema che trasforma non solo le prestazioni atletiche, ma l’intera persona.
La mentalità resiliente è il fondamento, il supporto sociale è la struttura, la natura è l’ambiente di crescita, la pratica spirituale è il focus interiore e gli allenamenti anti-intuitivi sono la prova del fuoco.
Insieme, creano un atleta completo, capace di eccellere non solo quando tutto va bene, ma soprattutto quando nulla sembra andare per il verso giusto.
Non devi implementarle tutte domani.
Scegli quella che ti sembra più accessibile o necessaria e dedicale 30 giorni di attenzione consapevole.
Come diceva Bruce Lee:
“Non temo l’uomo che ha praticato 10.000 calci una volta, ma l’uomo che ha praticato un calcio 10.000 volte.”
La costanza batte l’intensità, sempre.
Ricorda che anche i più grandi campioni hanno iniziato esattamente da dove sei tu ora: con una singola decisione di migliorarsi ogni giorno.
Quale di queste abitudini inizierai a sviluppare oggi?
Stay focused.
Un abbraccio,
Luca
PS: Se vuoi ricevere il PDF “Supera i Tuoi Limiti in 30 Giorni” con sfide giornaliere per migliorare la tua resilienza, seguimi su Instagram e scrivimi in DM “Limiti”.
Grande Notizia! Ho appena pubblicato un nuovo video su YouTube dove condivido la mia routine giornaliera.
A presto,
Luca