- Il Momento in Cui Tutto Crolla
- Lezione 1: Il Dolore ci Insegna a Distinguere tra Ciò che Controlliamo e Ciò che non Controlliamo
- Lezione 2: Il Dolore ci Insegna che a Volte Dobbiamo Lasciare Andare Ciò che Amiamo per Crescere
- Lezione 3: Il dolore ci insegna che i momenti di transizione sono dove nascono le opportunità
- Conclusione
Accetteresti consigli sul dolore da qualcuno che ha appena perso tutto quello che pensava di aver costruito?
Probabilmente no.
Ed è normale, perché quando qualcuno ti parla di “lezioni di vita” mentre è ancora nel mezzo della tempesta, suona più come uno che cerca di convincere se stesso.
Ma lascia che ti racconti una storia diversa.
Da aprile vivo in una condizione che per un pugile dilettante è come essere un calciatore svincolato: senza maestro e senza palestra.
Per chi non conosce il pugilato, è come dire che sei un musicista senza strumento.
Ma senza quelle strutture, ti senti perso.
“Lù, ma non eri tu quello che parlava sempre del tuo maestro?”
Il mio maestro era la cosa più vicina a una figura paterna che abbia mai avuto.
Una di quelle persone che ti promette di farti combattere, ti spinge al limite… e poi il momento non arriva mai.
Mesi di “la prossima volta”, “non sei pronto”, anche quando reggevo con sparring aggressivi.
Poi una chiacchierata che cambia tutto. Ho capito che non mi avrebbe mai fatto combattere.
Così ho fatto una delle scelte più difficili della mia vita: lasciare andare qualcuno che amavo e rispettavo, per il bene della mia crescita.
Da allora, mi alleno in casa, cerco nuove opportunità, e vivo in quello che posso definire un limbo.
Sono ancora un pugile dilettante, ma senza le strutture a cui ero abituato.
Che ironia.
In questi mesi il dolore mi ha insegnato tre lezioni che nessun maestro, libro o corso avrebbe potuto trasmettermi.
Lezioni che arrivano solo quando sei costretto a guardarti allo specchio e ammettere che quello che pensavi fosse il tuo percorso… forse non lo era.
Pronto a scoprire cosa solo il dolore può insegnare, quando tutto ciò che davi per scontato crolla?
Iniziamo.
Il Momento in Cui Tutto Crolla

C’è un momento preciso in cui capisci che la tua vita sta per prendere una direzione diversa da quella che avevi pianificato.
Non è mai cinematografico come te lo immagini.
Non c’è musica drammatica di sottofondo, non c’è una scena da film dove tutto rallenta e tu realizzi l’enormità del momento.
È più simile a quando ti accorgi che il latte nel frigorifero è scaduto da una settimana. Non è una tragedia, ma cambia comunque i tuoi piani per la colazione.
Per me quel momento è arrivato durante una conversazione con il mio maestro.
“Luca, tu sei bravo, ma non sei ancora pronto per combattere.”
Dopo mesi di allenamenti intensi, sparring dove davo tutto me stesso, miglioramenti evidenti che persino gli altri atleti della palestra notavano.
“Lù, ma forse sta proteggendo la tua salute?”
No, non era quello.
Era qualcosa di più sottile e doloroso: la paura di lasciar andare il controllo.
Alcuni maestri, soprattutto quelli che hanno investito tempo ed energia su di te, sviluppano una sorta di sindrome del genitore iperprotettivo.
Ti vogliono tenere sempre un passo indietro dalla vera indipendenza, perché questo li fa sentire necessari.
Il problema è che a un certo punto devi scegliere: rimanere nel comfort di essere “il promettente atleta che ha ancora tanto da imparare” o rischiare tutto per diventare “l’atleta che combatte e scopre di cosa è veramente capace”.
Io ho scelto il rischio.
Ho lasciato la palestra, ho perso quella figura di riferimento che mi dava sicurezza, e mi sono ritrovato in quello che ora chiamo “il limbo del pugile svincolato”.
Ma qui è dove inizia la parte interessante della storia.
Perché il dolore, quello vero, non è solo sofferenza.
È il miglior maestro che tu possa mai avere, purché tu sia disposto ad ascoltare le sue lezioni.
Lezione 1: Il Dolore ci Insegna a Distinguere tra Ciò che Controlliamo e Ciò che non Controlliamo

La prima lezione che il dolore mi ha insegnato è stata la più dura da accettare.
Seduto in palestra a casa, dopo l’ennesima sessione di allenamento, ho capito una cosa fondamentale: stavo sprecando il 90% delle mie energie mentali su cose che non potevo controllare.
Non potevo controllare la decisione del mio maestro di non farmi combattere.
Neanche il fatto che le altre palestre della zona non avessero quello che cercavo.
Ma c’era una lista di cose che potevo controllare:
- Il mio approccio mentale alla situazione.
- La qualità dei miei allenamenti quotidiani.
- Il modo in cui utilizzavo questo tempo di transizione.
- Le persone che decidevo di consultare per trovare soluzioni.
“Lù, ma è ovvio, tutti sanno che bisogna concentrarsi su quello che si può controllare!”
Sì, tutti lo sanno in teoria.
Il problema è che quando sei nel mezzo del dolore, questa distinzione diventa nebulosa.
Ti ritrovi a passare ore a fantasticare su scenari alternativi:
“E se avessi detto questa cosa al mio maestro?”, “E se avessi insistito di più?”
Il dolore ti fa vedere chiaramente quanto tempo sprechi in questi loop mentali inutili.
Durante le mie sessioni di psicoterapia con Serenis, ho imparato una tecnica che ora uso quotidianamente.
Ogni volta che mi accorgo che sto sprecando energia mentale su qualcosa che non posso controllare, me lo visualizzo come se stessi cercando di spingere un muro.
Puoi mettere tutta la forza che vuoi, sudare, sforzarti fino a sfinimento, ma quel muro non si muoverà di un millimetro.
Meglio girare l’angolo e trovare una porta.
Ora, quando mi sveglio all’alba, invece di pensare “Chissà se oggi arriverà una risposta da quella palestra”, penso “Oggi farò il miglior allenamento possibile”.
Cambia tutto. Davvero tutto.
Il dolore ti insegna che l’unica vera libertà è scegliere dove mettere la tua attenzione.
Lezione 2: Il Dolore ci Insegna che a Volte Dobbiamo Lasciare Andare Ciò che Amiamo per Crescere

Questa è la lezione che fa più male.
Perché una cosa è lasciare andare qualcosa che ti fa soffrire, un’altra è lasciare andare qualcosa che ami ma che ti sta limitando.
Il mio maestro non era una persona cattiva. Era competente, esperto, e mi aveva insegnato molto.
Il problema è che la nostra relazione era diventata una di quelle situazioni dove l’amore si trasforma in gabbia.
“Lù, ma se lo rispettavi così tanto, perché non hai aspettato ancora un po’?”
Perché aspettare cosa, esattamente? Che cambiasse idea? Che un giorno si svegliasse e dicesse “Oggi Luca combatte”?
Non funziona così.
Alcune persone, anche quelle che amano il tuo bene, possono diventare il tuo limite principale.
È come quella felpa che ti piace tantissimo ma che ormai ti va stretta. Puoi continuare a indossarla per nostalgia, ma a un certo punto devi ammettere che ti sta limitando i movimenti.
Lasciare andare il mio maestro è stata una delle decisioni più difficili che abbia mai preso.
Non perché fosse sbagliata come persona, ma perché significava ammettere che quello che avevo costruito fino a quel momento non era più sufficiente per dove volevo andare.
Quando Lasciare Andare Fa Più Male che Restare
E qui viene la parte che nessuno ti dice: quando lasci andare qualcosa che ami per crescere, all’inizio ti senti peggio, non meglio.
Per settimane ho avuto la sensazione di aver fatto un errore colossale.
Mi allenavo da solo, senza feedback, senza quella presenza rassicurante che mi aveva accompagnato per mesi.
Era come imparare a camminare da capo.
Ma poi, gradualmente, ho iniziato a notare cose che prima non vedevo.
Allenandomi da solo, ho sviluppato una disciplina che non sapevo di avere.
Senza qualcuno che mi dicesse “oggi facciamo questo”, ho imparato a progettare le mie sessioni in base a quello che sentivo di aver bisogno.
Ho scoperto che molte delle mie convinzioni sul pugilato erano in realtà le convinzioni del mio maestro, non le mie.
Il dolore di quella separazione mi ha insegnato che a volte crescere significa deludere le persone che tieni di più.
Non perché non le ami, ma perché le ami abbastanza da non permettere che il vostro legame diventi un limite per entrambi.
È una lezione che va oltre il pugilato e si applica a ogni area della vita: relazioni, lavoro, abitudini, credenze.
A volte, per diventare la versione migliore di te stesso, devi lasciare andare la versione che rassicura gli altri.
Lezione 3: Il dolore ci insegna che i momenti di transizione sono dove nascono le opportunità

Questa è la lezione che sto imparando proprio ora, mentre scrivo queste righe.
Quando sei nel mezzo di un momento di transizione, tutto sembra incerto, instabile, sbagliato.
Da aprile, vivo in quello che posso definire solo come “il limbo produttivo”.
Sono ancora un pugile dilettante, ma senza le strutture. Mi alleno in casa, cerco contatti, valuto opzioni, aspetto risposte.
“Lù, ma non ti senti un po’ come un disoccupato del pugilato?”
Ah, all’inizio sì!
Mi sentivo esattamente come quando finisci l’università e tutti ti chiedono “E ora che fai?” e tu rispondi “Beh, sto valutando diverse opzioni” che è il modo educato per dire “Non ne ho la più pallida idea”.
Ma poi ho capito che i momenti di transizione sono dove nascono le opportunità più interessanti.
Quando hai una struttura fissa, tendi a vedere solo le possibilità che rientrano in quella struttura.
Ho scoperto che esistono coach privati che possono allenarmi a casa e aiutarmi a trovare match attraverso la loro rete di contatti.
Ho realizzato che posso costruire un percorso più personalizzato e meno dipendente dalle dinamiche di palestra.
Sto cominciando a vedere questo periodo non come “il tempo prima di trovare una nuova palestra”, ma come “il tempo in cui sto costruendo un approccio completamente nuovo come atleta”.
La transizione ti costringe a essere creativo.
Quando non hai la strada già tracciata, devi inventartela.
E spesso, la strada che ti inventi è più interessante di quella che avresti seguito.
Se sai già esattamente dove stai andando e come ci arriverai, probabilmente non stai crescendo abbastanza.
Conclusione
Mentre scrivo queste righe, sono ancora nel mezzo di questo percorso.
Non ho una palestra fissa, non ho un maestro che mi segue, non ho la certezza di quando sarà il mio prossimo match.
Ma ho qualcosa che non avevo prima: tre lezioni che nessun successo mi avrebbe mai potuto insegnare.
- Capire che a volte devi lasciare andare ciò che ami per crescere.
- Scoprire che i momenti di transizione sono dove nascono le opportunità.
- Imparare a distinguere tra ciò che posso controllare e ciò che non posso controllare.
”Lù, ma tutto questo dolore è servito davvero a qualcosa?”
Questa è la domanda che mi faccio ogni giorno.
E la risposta è: sì, ma non nel modo che ti aspetti.
Il dolore non mi ha reso più forte nel senso che ora posso sopportare di più. Mi ha reso più intelligente nel senso che ora so dove investire le mie energie.
Non mi ha dato risposte, mi ha insegnato a fare domande migliori.
Se stai attraversando un momento difficile, sappi che non stai solo soffrendo.
Stai ricevendo un’educazione che nessuna scuola può darti.
Il dolore è il maestro più severo che tu possa mai avere, ma è anche il più onesto.
Le tre lezioni che ho condiviso con te non sono teoria. Sono strumenti pratici che uso ogni giorno in questo periodo di transizione.
E a luglio, quando inizierò con il mio nuovo coach privato, porterò con me queste lezioni come il bagaglio più prezioso che abbia mai avuto.
Non so ancora come finirà questa storia. Ma so che, qualunque sia il finale, sarò una versione migliore di me stesso.
E questo, in fondo, è l’unico vero successo che conta.
Il tuo dolore ti sta insegnando qualcosa di importante proprio ora.
Sei disposto ad ascoltare?
Stay focused.
Un abbraccio,
Luca